Picea glehnii

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Peccio di Sachalin
Esemplare di Picea glehnii
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisionePinophyta
ClassePinopsida
OrdinePinales
FamigliaPinaceae
GenerePicea
SpecieP. glehnii
Nomenclatura binomiale
Picea glehnii
(F.Schmidt) Mast., 1880
Sinonimi

Abies glehnii F.Schmidt
Pinus glehnii (F.Schmidt) Voss

Nomi comuni

(EN) Sakhalin Spruce

Areale

Il peccio di Sachalin (Picea glehnii (F.Schmidt) Mast., 1880) è una specie di peccio, appartenente alla famiglia delle Pinaceae, originaria della parte meridionale dell'isola di Sachalin, nella Russia Asiatica, dell'isola di Hokkaidō e della parte settentrionale dell'isola di Honshū, in Giappone.[1]

Il nome generico Picea, utilizzato già dai latini, potrebbe, secondo un'interpretazione etimologica, derivare da Pix picis = pece, in riferimento all'abbondante produzione di resina.[2] Il nome specifico glehnii fu assegnato da Carl Friedrich Schmidt, il primo autore botanico a descrivere la specie, in onore del botanico russo Peter von Glehn, che lo accompagnò durante la spedizione in Asia orientale del 1861.[3]

Albero alto fino a 30 metri con unico tronco diritto che può raggiungere 60-70 cm di diametro, di chioma piramidale o conica; i rami del primo ordine sono lunghi e slanciati, sviluppati orizzontalmente, quelli inferiori più pendenti. Quelli del secondo ordine sono fitti e orizzontali. I virgulti sono corti, snelli, solidi, inizialmente di colore arancione o marrone-rossastro, poi marrone-purpureo, scanalati e rugosi, pubescenti; i pulvini sono lunghi 1 mm.[4]

Le foglie sono aghiformi, più o meno disposte a pettine, superiormente di colore verde glauco o verde, biancastro inferiormente, lunghe 1-1,2 cm, lineari, ricurve o quasi dritte, di sezione quadrata-rombica, con punte ottuse; hanno stomi su entrambe le pagine (disposti in 1-2 linee su quella superiore, in 3-4 linee su quella inferiore). Le gemme vegetative sono ovoidali o ovoidali-coniche, lunghe 4-6 mm, lievemente resinose; hanno perule triangolari, acute, di colore rosso-marrone, con lunga cuspide e persistenti per anni.[4]

Sono strobili maschili giallastri, ascellari, lunghi 1-1,2 cm.[4]

I coni femminili sono ovoidali-oblunghi o cilindrici-oblunghi, inizialmente eretti, poi pendenti a maturazione, con punte spesso troncate, lunghi 3,5-8,5 cm e larghi 2,5-3,8 cm, inizialmente verdi-purpurei o viola-scuro, poi marroni-purpurei con bande biancastre. I macrosporofilli sono obovati-oblunghi, sottili ma rigidi, con superficie liscia e striata, lunghi quasi 2 cm. Le brattee sono rudimentali, ligulate, lunghe 1-2 mm, totalmente incluse. I semi, di color marrone chiaro o marrone giallastro, sono ovoidali e lunghi fino a 3 mm, con parte alata oblunga-ovata, lunga 7-10 mm.[4]

La corteccia si sfoglia già da giovane, di colore marrone-rossastro, poi negli anni diventa grigia-marrone o grigia-purpurea, dividendosi in placche irregolari.[4]

Distribuzione e habitat

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Vegeta dal livello del mare (Sachalin) ai 1650 m di quota (Hokkaido), nei versanti settentrionali dei pendii montani, su suoli rocciosi podzolici; si rinviene anche su suoli vulcanici, ricchi in metalli pesanti. Il clima di riferimento è quello freddo e umido marittimo, con abbondanti precipitazioni annuali che arrivano fino a 1500 mm. Forma foreste pure o miste con conifere (Picea jezoensis, Abies sachalinensis) o, a quote meno elevate, con caducifoglie (Ulmus japonica, Tilia maximowicziana e Acer pictum) e anche Taxus cuspidata.[1]

Il peccio di Sachalin ha una importanza economica solo locale; il suo legno viene utilizzato in edilizia. Come specie ornamentale non è molto comune, necessitando di clima freddo, e rimane confinata in alcuni giardini botanici nordamericani e europei.[4]

Conservazione

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Nonostante fosse sottoposta nel passato a forte sfruttamento nell'isola di Sachalin, la grande e non minacciata popolazione di Hokkaido garantisce la conservazione della specie; viene quindi classificata come specie a rischio minimo (least concern in inglese nella Lista rossa IUCN.[1]

  1. ^ a b c d (EN) Katsuki, T., Farjon, A. & Luscombe, D 2013, Picea glehnii, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Picea glehnii, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 16 maggio 2019.
  3. ^ Picea glehnii, su American Conifer Society. URL consultato il 23 maggio 2019.
  4. ^ a b c d e f (EN) Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers (2 vols.), Brill, 2010, p. 573. URL consultato il 23 maggio 2019.

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